Eccoci finalmente nel 2015, l’anno della svolta, della volta buona, l’anno della ripresa, l’anno del rilancio dell’Italia, l’anno delle riforme, una al mese, così dice Renzi, anzi ridice Renzi, dato che queste affermazioni paiono essere già note agli osservatori più attenti e ormai anche ai più distratti. Pochi ricordano quando Matteo Renzi, non ancora presidente del Consiglio, scriveva a Berlusconi di non lasciare porte aperte per lui e di chiuderle perché faceva freddo, non immaginando allora che Renzi intendesse chiudere le porte di Silvio e spalancare quelle del partito Democratico, quella per accedere al Nazareno , quella per accedere alla riforma della Costituzione, quelle per accedere alla nomina del prossimo presidente della Repubblica, quest’ultima porta rimasta aperta adducendo al fatto che siccome Berlusconi ha partecipato a nomine di Ciampi e Napolitano non si vede il motivo per cui non debba partecipare alla scelta del nuovo presidente della Repubblica, pare che per il premier non sia sufficiente essere un condannato in via definitiva per frode fiscale, e poco importa se nella sentenza la procura di Milano ha scritto: “Berlusconi dimostra una naturale capacità a delinquere”, non basta neanche la legge Severino e l’interdizione dai pubblici uffici. Dunque un delinquente abituale con sentenza passata in giudicato per il partito Democratico è degno di essere un padre costituente e può eleggere il capo dello stato, si potrebbe evincere da ciò che Riina può partecipare a scrittura legge antimafia e Genny “a carogna” può aiutare a stendere legge sulla violenza negli stadi.
Resta però il peso dell’interdizione dai pubblici uffici che nega a Berlusconi l’agibilità politica, problema presto risolto nella notte di natale, un omino goffo il cui colore di riferimento è il rosso con pancia ben evidente, al calar della notte mentre tutti dormono, scende dal camino e inserisce nel decreto fiscale una norma denominata Salva Silvio ed allarga le maglia dell’evasione fiscale non punibile, (anche Unicredit ringrazia), norma che per una pura coincidenza è retroattiva e che per pura fatalità cancella condanna per frode fiscale a Berlusconi e di conseguenza l’interdizione dai pubblici uffici. Scoppia la polemica in parlamento con l’opposizione, il MoVimento 5 Stelle, sulle barricate, i giornali e le tv, loro malgrado, sono costretti a parlarne, scoppiato il caso della norma SALVA SILVIO, tutti vogliono il nome dell’autore, Matteo Renzi dopo vari tentennamenti confessa di essere colui che ha inserito la norma Salva Silvio nel decreto fiscale, cosa che si evinceva dall’ultimo comma: Buon Natale, con affetto a Silvio da Matteino tuo.
Il premier Renzi afferma: “Se qualcuno immagina che in questo provvedimento ci sia non si sa quale scambio, non c’è problema: noi ci fermiamo, questa norma la rimanderemo in Parlamento soltanto dopo l’elezione del Quirinale, dopo che Berlusconi avrà completato il suo periodo a Cesano Boscone e dimostreremo che non c’è nessun inciucio strano”. Ma il punto non è temporale, e Matteo Renzi e il partito Democratico lo sanno benissimo, è una norma gravemente sbagliata di per se, punto, anche se non comprendesse Berlusconi, è un premio a ladri ed evasori, un condono mascherato, e se venisse riproposta così com’è, anche a pena scontata dell’ex premier, Berlusconi otterrebbe ugualmente la cancellazione dell’interdizione dai pubblici uffici e dunque sarebbe nuovamente candidabile, anche come presidente della Repubblica. Basterebbe cancellarla ma il partito Democratico non può farlo, come ripete spesso il cavaliere agibilità politica ed elezione del presidente della Repubblica sono nel patto del Nazareno.
Provate ad immaginare in un qualsiasi paese civile un presidente del Consiglio che la sera della vigilia di natale, di nascosto da tutti i colleghi di governo, inserisce una norma per salvare degli evasori fiscali. In quale altro paese poteva succedere senza nessuna conseguenza se non in Italia? Se proprio Renzi voleva lavorare il 24 Dicembre per una legge questa doveva essere una legge ANTICORRUZIONE, una legge vera, per questo servirebbe un decreto urgentissimo, (urgentissimo per tutti tranne che per il governo Renzi e per il partito Democratico), per l’EXPO, per il MOSE, per MAFIA CAPITALE, per questioni così gravi bisognerebbe lavorare alla vigilia di natale, questo accadrebbe in tutti i paesi civili, anzi nei paesi civili non servirebbe arrivare alla vigilia di natale, dopo centinaia di scandali, per avere una legge anti corruzione degna di questo nome, ma non accadrà in Italia, visto i centinaia di processi in cui sono coinvolti molti dei parlamentari chiamati a legiferare al riguardo.
Per il 2015 auguriamoci di riuscire a diventare un paese civile.
Marco Barbon